LA NOSTRA STORIA
L’associazione nasce nell’anno 2000
Si chiama “Cuore Amico” ma il cuore è quello di Piero Pascotto
Cuore Amico, un cuore che batte da 24 anni suonati. Batte ancora col ritmo regolare di un giovane, infondendo fiducia e consapevolezza alle tante persone che ancor oggi credono in questa importante Associazione. -Eppure mi pareva ieri-, dice Elvira Pigozzo che con Anna Toppan e Antonio Pattarello si son trovati per rinverdire quei momenti relativamente vicini ma se misurati con il metro frenetico della vita attuale ci appaiono distanti anni luce. Tutto nasce nella testa del Dr. Piero Pascotto desideroso di creare qualcosa che avesse lo scopo di coinvolgere la persona colpita da un evento cardiologico, in un processo partecipativo e di conoscenza della sua malattia e sul contributo che egli poteva dare per superare le fasi della criticità. Pascotto si rifaceva a modelli già sperimentati nella cardiologia di Trieste con la quale manteneva stretti rapporti anche collaborativi (il Dr. Pascotto e la Caposala Toppan avevano fatto la specializzazione in quell’ospedale), e con la quale condivideva alcuni di quegli approcci terapeutici che, più avanti, si sarebbero dimostrati efficaci al tal punto da subentrare a quelli da tempo praticati. – E’ appena il caso di ricordare la cosiddetta “Mobilizzazione precoce dell’infartuato” quando il paziente veniva mantenuto immobile non meno di quindici giorni prima di farlo scendere dal letto; noi abbiamo ridotto questo tempo ad appena tre giorni e con esiti positivi-; dice Anna Toppan allora Caposala del Reparto di Cardiologia nell’ospedale di Mirano. -Ma questo è solo un esempio-, gli fa eco Antonio Pattarello, al tempo infermiere professionale nello stesso reparto, – abbiamo avviato l’attività riabilitativa recuperando una stanzetta di fortuna (euforicamente chiamata Palestra) e delle attrezzature fuori uso come vecchie cyclette e cicloergometri del tutto inservibili.L’infermiera Antonella Bottacin è stata fondamentale in questo lavoro riabilitativo il quale rompeva completamente coni metodi in uso al tempo. -Ma questo non è stato l’unico motivo che ci ha fatto intraprendere la strada che ci ha portato a costruire l’Associazione-, dice ancora Antonio Pattarello. Più volte il Dr. Pascotto aveva sottolineato ai suoi collaboratori che gran parte delle persone colpite da gravi forme di cardiopatie erano ancora in giovane età e che, forse, una delle cose che avrebbe potuto constatare questa china sarebbe potuta essere la prevenzione. -VA detto- interviene Anna Toppan,- che la prevenzione, come la intendevamo noi, significa spiegare a queste persone che cos’è una corretta alimentazione, la necessità di fare del movimento, cercare di non fumare, insomma mantenere una condotta di vita più consona possibile alle reali condizioni del soggetto.
Ma se questa idea nasceva dalla testa di Pietro Pascotto,perchè potesse concretizzarsi e camminare speditamente doveva contare su gambe robuste e veloci e queste gambe sono state trovate, oltre che nelle persone già citate, anche in Pier Luigi Stefani, Rosario Perfetto, Vito Favaro, Angelo Stocco, Duino Chinellato, Amedeo Munarin (tutti con precedenti cardiologici) e sulla disponibilità di giovani medici come Patrizio Sarto, Emanuele Bertaglia e Albino Zanocco. Dopo diverse riunioni, nelle quali si sono tracciate le linee principali e stabilite le priorità sulle tante cose da fare, è stato scelto il nome (Associazione Cuore Amico-Mirano), e nominato il primo Presidente (Pier Luigi Stefani).
Ma se è vero che una rondine non fa primavera è altrettanto vero che un buon gruppo di persone seppur sostenute da alcuni bravi medici, non fa un’Associazione. Si rendeva perciò necessaria una forte azione di proselitismo.E anche questa azione ha visto il grande impegno dell’onnipotente Piero Pascotto il quale,consigliando il paziente ad iscriversi alla neonata Associazione, gli ricordava anche l”antico ma sempre pur valido motto “l’unione fa la forza“. -Mi sentivo un po’ giù- dice Elvira Pigozzo ma Piero prontamente mi fa: ” dai datti da fare con ‘Associazione e così ti passeranno ansie e preoccupazioni”; aveva ragione. Lavorare con tanti amici, discutere insieme sulle tante cose che potevamo fare, ritrovandoci ogni tanto a cena al “19 al Paradiso” con Piero che buttava giù idee a getto continuo, per me è stata un’esperienza coinvolgente, una cosa che mi porto sempre dentro e che ancora adesso quando ci penso, e lo faccio spesso, riesce a commuovermi.
Dopo i primi quanta iscritti abbiamo sentito la necessità di creare dei movimento collettivi ed ecco allora il pranzo sociale alla palestra di Zianigo, ed ecco le serate sulla prevenzione nei vari paesi dell’allora ASL 17. Erano serate partecipatissime, i nostri bravi medici intrattenevano i presenti con delle proiezioni e poi c’era il dibattito. Ma non è tutto. Abbiamo fatto in po’ di cassa e così abbiamo potuto comprare delle poltrone, degli arredi e qualche apparecchio televisivo da mettere nelle sale di attesa in modo che i pazienti si sentissero più a loro agio. E abbiamo sostenuto, anche economicamente, diversi convegni medici dove si discutevano e si dibattevano temi rriguardanti le problematiche cardiologiche; insomma, siamo fieri di quello che abbiamo fatto-, conclude Elvira con enfasi. Son passati quindici anni da allora.
Son passati quindici anni da allora. In tanti se ne sono andati: Amedeo Munarin, Rosario Perfetto tanto per dirne qualcuno. Se n’é andato anche Piero Pascotto e ha lasciato un vuoto incolmabile. Un vuoto nella sua famiglia, un vuoto fra gli innumerevoli amici nell’Associazione da lui creata, nei nostri cuori. Ma è la vita che ci dice che bisogna continuare. E ce lo dice anche il nostro caro amico Piero. Noi sentiamo questo suo incitamento, lo sentiamo come se Lui fosse ancora con noi, ed è soprattutto per questo che il cuore dell’Associazione CuoreAmico batterà per tanto tempo ancora.